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 IL CASTELLO DEI CONTI DI CECCANO

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Il castello dei Conti di Ceccano si trova in una posizione dominante: l’edificio nacque, infatti, da una torre di avvistamento realizzata su un colle, in precedenza occupato dall’acropoli preromana di Fabrateria Vetus (nome della città fino al VII sec), posto all’interno della prima cinta muraria che corrisponde all’attuale piazza Camillo Mancini; questo castello rappresenta un tipico esempio di rocca fortificata del Lazio Meridionale costituita da una torre mastio, un corpo residenziale (palatium) su due piani ad ambiente unico, abitato dalla famiglia dei De’ Ceccano, una potente dinastia che estese i suoi domini nel vastissimo territorio circostante.

All’ingresso possiamo trovare, percorrendo uno stretto vicolo in curva, rappresentato da un arco gotico in pietra calcarea, un vano d’ingresso posto davanti alla porta più antica di accesso alla cinta muraria del castello, anch’essa ad arco gotico con i fori dei cardini in pietra ancora intatti.

Su un lato dell’arco d’ingresso è visibile un segno di croce incisa sulla pietra che i cavalieri toccavano al passaggio; dopo aver attraversato il vano, si giunge alla piazza d’armi, delimitata dalla cinta muraria, dove si trova la cisterna e domina la torre mastio con le sue camere voltate sovrapposte, con le feritoie per le balestre.

Attraverso il mastio si accede a una sala a volta con un pilastro centrale (palatium residenziale), le cui pareti sono caratterizzate da due porte gotiche ad arco acuto in pietra e, da una di queste pareti, si accede a un’altra torre segnata da affreschi con figure di monaci rappresentanti i mesi dell’anno.

Ritornando alla sala del pilastro centrale, all’esterno della stessa, si può ammirare l’antica merlatura ghibellina del castello medievale, facciata impreziosita su di un lato da un occhio ottagonale gotico borgognone, identico a quelli esistenti sulla facciata della cattedrale di Fossanova.

Nel 1523 Ceccano diventa feudo di Prospero Colonna con bolla papale e, negli anni successivi, il castello ospitava la curia con un uditore ed era poi destinato a carcere. Nel 1734 si assiste alla trasformazione del castello in luogo di pena quando, per volere di Fabrizio Colonna, si dispose che il tribunale generale dello Stato di Pofi fosse trasferito a Ceccano insieme all’archivio e le carceri. In questi due secoli il castello fu trasformato attraverso la realizzazione di un corpo di fabbrica di due piani costituito da due sale voltate sovrapposte che ospitavano il tribunale dei Colonna. Queste trasformazioni continuarono verso la fine dell’800, quando il castello fu acquistato dal marchese Filippo Berardi che incaricò l’architetto A. Cipolla per il restauro dell’intero edificio. In seguito la struttura fu utilizzata dallo Stato italiano come carcere fino alla sua chiusura nel 1973. Per 30 anni il castello visse in uno stato di totale abbandono e degrado fino all’acquisto da parte del comune che sta tuttora provvedendo, con vari interventi, a renderlo fruibile per intero dalla comunità.

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Bibliografia:

iCastelli.it

depliant del comune di Ceccano

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