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CHIESA DI SANTA MARIA
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La chiesa di S. Maria a Fiume (de Flumine) è localizzata nella zona bassa del paese, sulla sponda sinistra del fiume Sacco. La sua costruzione risale al XII secolo: richiesta dal cardinale Giordano, sorse probabilmente sui resti di un antico tempio romano dedicato a Faustina, moglie dell’imperatore Antonino Pio (138-161 d.C.), dal momento che fu rinvenuta in questo luogo un’iscrizione romana dedicata a Saenia Balbilla, sacerdotessa di Faustina Maggiore. Venne consacrata il 25 luglio 1196 sempre dal cardinale Giordano, al cospetto di una folla immensa, con la presenza di tutti i vescovi del Lazio meridionale e dei feudatari amici del conte Giovanni, il quale non era presente perché malato. Quando però il conte si presentò guarito alla cerimonia, la folla pensò a una guarigione miracolosa. Molti Pontefici nel tempo si sono interessati a questa chiesa e ne hanno esaltato l’importanza storica e artistica arricchendola di privilegi singolari: nel 1208 Papa Innocenzo III la prese sotto la sua protezione e ordinò che le lettere riguardanti la stessa fossero firmate con il suo sigillo; nel 1853 Pio IX decretò che in alcuni giorni più solenni dell’anno (8 e 10 dicembre, 25 marzo, 8 settembre) la chiesa di S. Maria a Fiume fosse equiparata per i privilegi alla sacra Casa di Loreto; lo stesso Pontefice nel 1856 accordò all’altare maggiore del santuario il privilegio di altare gregoriano. Il 21 maggio 1937, infine, Pio XI concesse l’indulgenza plenaria ai fedeli che, confessati e comunicati, avrebbero visitato il santuario. Fu danneggiata gravemente dai bombardamenti anglo-americani della seconda guerra mondiale il 26 gennaio del 1944. La struttura crollò quasi completamente: gli unici elementi rimasti intatti sono la statua lignea della Madonna, il pulpito, alcuni ceppi romani, l’acquasantiera e svariati frammenti d’iscrizioni romane, di carattere funebre, che nominano i Fabraterni Veteres (abitanti di Ceccano in epoca romana). In particolare, la statua in cedro del Libano della Vergine, fu rinvenuta quasi intatta al di fuori del perimetro della chiesa ormai crollata. La chiesa fu ricostruita con i materiali rinvenuti dalle macerie e riaperta al culto il 26 luglio del 1958. Di stile cistercense, presenta una facciata a salienti, con un rosone ricostruito dopo la guerra con i materiali originali e con un portale, dalle fattezze identiche di quello precedente, formato da un arco a tutto sesto, nella cui lunetta è presente una raffigurazione intagliata della Madonna. All’interno è suddivisa in tre navate, con pilastri cruciformi e archi a sesto acuto; sulle pareti laterali anticamente erano presenti numerosi affreschi, che erano stati attribuiti alla scuola di Giotto o allo stesso maestro (questa ipotesi si basa sull’amicizia tra Giotto e il cardinale Annibaldo de Ceccano). Resta solo una documentazione fotografica di due altri affreschi di pregiata fattura andati perduti: la Crocifissione e la Madonna col Bambino. La chiesa fu dichiarata monumento d’interesse nazionale alla fine del XIX secolo.
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Altre info qui :
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http://www.visitlazio.com/giubileo/santuario-s-maria-a-fiume/
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http://www.passionisti.org/JoomlaOLD/sito/it/apostolato/ceccano/parrsmf3.htm
Bibliografia :
Ceccano nel tempo, Amministrazione Comunale di Ceccano;
Michelangelo Sindici, Ceccano l’Antica Fabrateria.
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