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A ridosso delle mura medievali del Castello dei Conti di Ceccano, c’è la piccola e deliziosa piazzetta di Bella Torre con una stradina che costeggia tutto il Castello stesso. Questa piazzetta è lastricata con pietre bianche e costituisce l’ultimo esempio rimasto di pavimentazione antichissima presente nel Centro Storico di Ceccano.

Nei pressi di via Bella Torre vi è il Vicolo del Merlo, il quale si affaccia sulla rupe che domina Piazza Municipio. Nelle vicinanze troviamo anche via Cavour.

Il nome di queste due strade si deve all’antagonismo tra la famiglia Bonanome schierata con la Chiesa e la famiglia Sindici favorevole all’avvento del Regno d’Italia.

Uscendo dal vicolo, sulla destra, adiacente a via Cavour, è presente Palazzo Bonanome che ha origine medievale e nasce come dipendenza del vicino Castello.

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Con il passaggio del castello alla famiglia dei prìncipi Colonna, il Palazzo diviene dal 1523 la sede del Governatore di Ceccano e successivamente dell’Uditore Generale dello “Stato di Pofi”, di cui Ceccano era feudo. Molto probabilmente il Palazzo venne acquisito dalla famiglia Bonanome, subito dopo il 1816, anno in cui i Colonna rinunciarono alle loro proprietà. L’attuale sistemazione si deve a Don Filippo Bonanome, parroco della Chiesa di San Pietro fino al 1846 ed arciprete della Collegiata di San Giovanni Battista fino al 1882. Attualmente le eleganti sale del Palazzo vengono usate come location per importanti eventi culturali e cerimonie. Scendendo la scalinata e passando sotto l’antica Porta San Pietro, si arriva a via Madonna degli Angeli che, assieme a via Cavour, rappresenta una delle strade più antiche di Ceccano.

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In via Madonna degli Angeli si trova anche il Palazzo detto "Gizziello" costruito da

Domenico Gizzi (Arpino, 1680Napoli, 14 ottobre 1758) compositore e cantante lirico di Ceccano. Domenico volle lasciare un segno tangibile dell’alto grado sociale raggiunto e della ricchezza accumulata, innalzando un imponente palazzo, dalle proporzioni eleganti e raffinate, in Via Madonna degli Angeli, in parte sull’area ricavata dalla demolizione dell’abitazione del padre Igino. Con ogni probabilità, Domenico aveva in mente di stabilirsi definitivamente a Ceccano, al termine della sua carriera, per concludere i suoi giorni circondato dall’affetto dei familiari ed in particolar modo del fratello Pietrangelo, al quale era molto legato. La costruzione dell’edificio, ultimata nel febbraio 1736, costò a Domenico la somma di ben 2.132 scudi romani e 95 baiocchi. L’elegante facciata del palazzo con ampio cornicione in stucco e finestre in pietra di peperino rosso, mostra un pregevole e raffinato portale in pietra viva, sul quale è scolpito lo stemma del musico, che ancora oggi si può ammirare in tutta la sua severa bellezza. All’interno del palazzo è ancora visibile lo scalone monumentale con volte, colonne, cornici e ovali in stucco, che richiamano direttamente le abitazioni patrizie napoletane della prima metà del XVIII secolo.

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altre info:

http://www.ilpuntosulmistero.it/la-contea-del-mistero-nuovi-enigmi-su-un-portone-di-un-palazzo-storico-di-ceccano-fr/

http://www.angolohermes.com/Luoghi/Lazio/Ceccano/Ceccano.html

http://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-gizzi/

fonti:

http://www.handelforever.com/castrati/domenicogizzi/9casapalaziata.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Gizzi

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