PANORAMA DI CECCANO DA PONTE BERARDI
​
​
​
​
​
Ceccano è l’antica Fabrateria Vetus, città volsca, già esistente nel 330 a.C., situata lungo le rive del fiume Sacco, denominato dai Romani Trerus o Tolerus. Il collegamento tra Ceccano e l’antica Fabrateria si fonda su iscrizioni rinvenute tra il ‘700 e l’‘800 nel territorio comunale. Il mutamento del nome avvenne nel VII secolo in onore di Petronio Ceccano, discendente di Tito imperatore e padre di Papa Onorio I. La rocca di Ceccano ebbe, nel Medioevo, una grande importanza strategica in quanto posta ai margini dei possedimenti della Chiesa. Tra il 900 e il 1450 Ceccano fu dominata da una potente famiglia, detta dei Conti de Ceccano, di probabile provenienza germanica, imparentata con le più importanti famiglie della nobiltà romana. La contea ceccanese comprendeva i territori di Amaseno, Giuliano di Roma, Prossedi, Pisterzo, Villa Santo Stefano, Carpineto, Patrica, Morolo, Supino, Maenza, Ninfa, Monte Cacume, Monteacuto, fino a raggiungere, per un periodo, Terracina. I conti de Ceccano vantavano possedimenti parziali anche in Frosinone, Ceprano e Alatri. Nel 915 i ceccanesi ebbero un importantissimo ruolo nella battaglia del Garigliano, quando le truppe alleate del Papa sconfissero i saraceni che minacciavano Roma. I conti de Ceccano furono protagonisti delle vicende storiche ciociare fino alla seconda metà del XV secolo, quando la famiglia si estinse e i possedimenti della vecchia contea furono assegnati alla famiglia Colonna. Tra gli uomini illustri dei de Ceccano, che nella loro storia vantano importanti personaggi nell'Ordine dei Cavalieri di Malta, oltre a sei cardinali va citato il cardinale Annibaldo, potentissimo personaggio della Chiesa del XIV secolo, che durante la cattività avignonese fu inviato dal papa a Roma per aprire il Giubileo del 1350. Altri cardinali della famiglia de Ceccano furono importanti nella storia della Chiesa: tra tutti Teobaldo, tra le cui braccia, in Fossanova, morì il grande Tommaso d'Aquino, parente dei conti ceccanesi in quanto la sua nipote, Francesca, sposò il conte Annibaldo de Ceccano. È opportuno ricordare la figura del Conte Giovanni che, nominato cavaliere dall'imperatore Enrico, giurò fedeltà a papa Innocenzo III nel 1200. Il 18 settembre del 1216 il Conte Giovanni guidò l'assalto alla fortezza di Morolo. L'azione fu decisa per i contrasti esistenti con la famiglia Colonna. Morolo fu conquistata e bruciata, i membri della famiglia Colonna fatti prigionieri e ben 424 morolensi furono giustiziati. Un’altra situazione così cruenta si ebbe soltanto nel 1324 quando il Conte Francesco De Ceccano, in piena cattività avignonese, conquistò Alatri occupandola per ben 35 anni e creando, di fatto, uno stato di guerra contro la Chiesa. L'ultimo dei De Ceccano può essere considerato il cavaliere dell'Ordine di Malta, Stefano, negli archivi vaticani ricordato come frater S. Ioannis de Hierusalem individuato recentemente come Gran Priore di Roma nei primi anni del XV secolo. Risale ai primi anni del XVII secolo il primo Statuto Comunale concesso da Marcantonio Colonna, discendente dell'eroe di Lepanto, Conte di Ceccano. Nell'Ottocento il marchese Filippo Berardi acquistò i beni dei Colonna e divenne in poco tempo il vero "padrone" del paese. Nominato senatore del Regno, fu l'artefice del passaggio della ferrovia e promotore di stanziamenti di tipo industriale nel territorio. Nel XIX secolo Ceccano conferma i suoi stretti legami con la Chiesa grazie al cardinale Giuseppe Berardi, fratello del marchese, e al cardinale Tommaso Pasquale Gizzi, altro grande ceccanese, segretario di Stato di Papa Pio IX, protagonista della diplomazia vaticana negli anni del Risorgimento.
​
FONTI ESTERNE:
Associazione culturale IndieGesta - Ceccano
VOCI CORRELATE: