FIUME SACCO
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Ceccano è l‘unico comune della zona, il cui centro abitato è attraversato da un fiume, ovvero il Sacco. Chiamato Tolerus dai Romani, il fiume nasceva dalle fonti perenni di Toleria, città da cui aveva preso il nome e, verso sud, il corso aumentava di dimensioni, grazie ai tanti affluenti che raccoglievano lo scolo delle valli e dei costoni dei monti Lepini ed Ernici ai due lati della conca frusinate. Toleria, città tra le più antiche del Lazio, fu travolta e distrutta per non esser mai più ricostruita, dall’esercito volsco guidato da Coriolano, quando il condottiero cominciò a marciare contro Roma con l’aiuto dei fortissimi guerrieri italici di cui Roma ebbe molta paura. L’antica città piccola ma ricca non fu mai più abitata e corrisponderebbe all’odierna Valmontone, fu citata da Dionisio, Plutarco e Plinio. La storia di questo fiume racconta le dispute tra gli agricoltori e allevatori dell’una e dell’altra sponda da Anagni a Ceccano, da Castro a Falvaterra. Il fiume è ricordato da sempre per aver soddisfatto il fabbisogno dei Ceccanesi che, ad esempio, durante la stagione estiva, quando la siccità riduceva la portata delle sorgenti, andavano ad attingere l’acqua per le loro necessità. Punto nevralgico e strategico di Ceccano era il ponte. Non abbiamo documenti riguardo la data di costruzione e la sua esatta ubicazione sappiamo solo che il primo ponte era costituito da 5 piloni e 4 arcate. Verso la meta del XIX secolo fu abbattuto il vecchio ponte, a seguire ne fu costruito uno più grande su progetto dell’architetto Giacomo Palazzi. Questo ponte fu, a sua volta, distrutto dai tedeschi facendolo saltare in aria nel 1944. La città restò cosi divisa in due fino a quando gli americani non costruirono una passerella su barche. Dopo pochissimo tempo, fu realizzata una passerella in legno molto più stabile che perdurò fino alla realizzazione del ponte attuale. Recentemente è stata progettata dall’ing. Franco Pizzuti una passerella pedonale di ampie dimensioni, con struttura in ferro e legno, che serve da collegamento tra piazzale Europa e la riva sinistra del fiume. Il Sacco è noto purtroppo per le tristi vicende che l’hanno portato a essere uno dei fiumi più inquinati d’Italia, tuttavia ciò non ha portato alla completa perdita della biodiversità e la grande mobilitazione popolare dei Ceccanesi in difesa del loro fiume fa ben sperare per il futuro di questo delicato ambiente. Per quanto riguarda i pesci troviamo specie che hanno saputo adattarsi a situazioni del genere come ad esempio i Carassi e le Carpe. Lungo il tratto di fiume che attraversa il paese nei pressi di Santa Maria a fiume, si possono osservare anche frotte di Cavedani, concludono l’elenco la Scardola e la Rovella. A causa della cattiva qualità delle acque stanno scomparendo dal fiume specie pregiate come: anguille, barbi e tinche che un tempo erano presenti in abbondanza. Tra gli uccelli che frequentano queste sponde, troviamo: il Martin Pescatore e gli Aironi Cinerini, si aggiungono poi Cicogne, Gallinelle d’acqua e le Tortore selvatiche. Per la vegetazione abbiamo: Salice Bianco, Pioppo Nero e Bianco, rarissimi Ontani neri e la Farnia.
Bibliografia:
-Il fiume Sacco a Ceccano, di Nicola Speranzini e Edoardo Papetti.
- Territorio Vivente, di Paolo Fusacchia e Pasquale Pesce.
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Altre info qui:
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https://pietroalviti.com/2018/07/13/ceccano-il-sacco-delle-meraviglie/